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  • Writer: Veronica Mazziotta
    Veronica Mazziotta
  • Nov 7
  • 6 min read

Updated: Nov 14

November 03, 2025


lI metodo dellaltro: arte come esercizio, identità come pratica

INTERVISTA A LUCA DE LEVA FONDATORE DI THYSELF AGENCY

BY VERTIGINI STUDIO




C’è un punto, nella traiettoria di Luca De Leva, in cui l’opera smette di essere un oggetto e diventa un metodo di conoscenza.Da pittore e performer, De Leva si trasforma in fondatore di una struttura poetica e reale:

Thyself Agency, un’“agenzia di viaggi” che non vende esperienze ma le scambia, una scuola di dis-identificazione dove l’io si dissolve per rinascere nell’altro.

Nel progetto Life Exchange le persone si scambiano vite intere — case, nomi, relazioni — per comprendere cosa resta di sé quando tutto il resto cambia. In Nine Days Week il tempo stesso viene riorganizzato: un calendario di nove giorni per ritrovare spazio al pensiero e al sogno. Tutto in Thyself Agency si fonda su un principio maieutico, socratico, esperenziale : l’arte non come rappresentazione ma come esperimento di coscienza.

Nel testo “Another Method” pubblicato da NERO Editions, De Leva parla di “pratiche di liberazione”, di una spiritualità laica e incarnata, di un’arte che non produce oggetti ma metodi di trasformazione.

È un percorso che parte dal sé ma non finisce lì — un processo che disfa l’identità per ricostruire un linguaggio collettivo, percettivo, terapeutico.

Noi di Vertigini Journal gli abbiano rivolto nove domande.Domande che oscillano tra l’analitico e l’intuitivo, tra la riflessione filosofica e il cortocircuito ironico.

Perché, come scriveva Deleuze, “un metodo non è una regola ma un’avventura”



Luca, la tua Thyself Agency è insieme una scuola, un laboratorio e una religione laica. Quando hai capito che il tuo lavoro non era più produrre opere, ma creare condizioni desperienza?E quanto di questo passaggio è stato un atto artistico e quanto, invece, una necessità personale?


LDL: Penso che la scuola sia il luogo ideale dove lasciar esprimere l’attività dell’agenzia.È esattamente un laboratorio, direi un laboratorio antropologico, non ci sono dogmi nel nostro metodo, nasce ogni volta che inizia un viaggio, è molto lontano dall’idea di una religione e immaginarlo tale genera in me un appassionato imbarazzo.Per quanto riguarda il laico dico solo che la secolarizzazione mi ha dato la botta in testa finale e ora non ricordo nemmeno più la via di casa.Questo è uno degli scopi di Thyself Agency, riabilitarmi dopo un incidente, è sempre una necessità personale, personale e collettivo sono identici una volta che scopri chi sei. Grazie ad ogni viaggio realizzato sono riuscito a fondermi e diluirmi nella natura di chi partiva, ci siamo tutti guardati negli occhi e in quel momento eravamo la stessa cosa. So che tra voi che mi fate questa intervista c’è chi ha partecipato scambiando la sua vita, vedi, siamo ancora qui, legati da un’amicizia mistica, che ci fa essere noi e tutti.




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Il tuo percorso sembra andare dalla superficie della tela alla superficie dell’esistenza.Quando hai capito che l’immagine poteva diventare esperienza, e che l’altro poteva essere il tuo nuovo materiale di lavoro?


LDL: Subito, prima ancora di immaginarmi artista, ma mi ci è voluto moltissimo tempo per accogliere la visione ed esserne consapevole, ho combattuto profondamente con me stesso cercando di distruggermi e quando ci sono riuscito ero finalmente pronto. La mia immagine aveva smesso di apparire e ogni vita si è specchiata nei miei occhi mentre mi srotolavo inzuppandomi nel mondo.


Grazie ad ogni viaggio realizzato sono riuscito a fondermi e diluirmi nella natura di chi partiva, ci siamo tutti guardati negli occhi e in quel momento eravamo la stessa cosa.

Nel testo Another Method parli di un’arte che non mira a produrre immagini ma a generare condizioni di percezione.È come se la tua opera cercasse non di mostrare ma di modificare lo sguardo stesso di chi partecipa.Ti interessa ancora la rappresentazione o ormai lavori solo sul livello percettivo, pre-linguistico, dove l’arte diventa una forma di

ri-programmazione sensoriale?


Penso a Thyself Agency come un’opera d’arte. La sua formalizzazione sono gli INFO POINT e la sua realizzazione sono gli esercizi.L’INFO POINT è un ufficio itinerante per la sperimentazione di pratiche esistenziali, dove proponiamo degli esercizi personali ed intimi atti a scardinare gli automatismi comportamentali e facilitare la ricerca di altri modi di vivere e relazionarsi con il mondo. Apriremo il prossimo il 15 novembre a Portofranco, trovi qui le informazioni. https://portofranco.eu/agenda/ Tutte le persone che hanno partecipato ai viaggi che organizziamo, realizzando uno o più dei nostri esercizi hanno spontaneamente creato l’opera dentro di loro, hanno scelto loro il significato di questa parola, trovandolo grazie alla quantità di distrazioni eliminate e alla qualità del silenzio interiore che ne è scaturito.Immagina di non essere più te stessa per una settimana, vivi la vita di un’altra persona, mentre lei vive la tua, chi diventa chi? Ma soprattutto, chi?Immagina di lavorare sempre e avere solo il fine settimana per coltivare i tuoi reali interessi, vorresti più giorni? Puoi averli.Immagina indossare degli occhiali straordinari che ti permettano di vederti da fuori in tempo reale, di vivere guardandoti vivere, di essere la tua terza persona. Quante cose potresti scoprire.Lo hai immaginato? Contattaci e lo faremo diventare realtà.Questi sono gli esercizi di Thyself Agency, questa è la mia idea di opera d’arte.



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Tutte le persone che hanno partecipato ai viaggi che organizziamo, realizzando uno o più dei nostri esercizi hanno spontaneamente creato l’opera dentro di loro

Nel Life Exchange le persone si scambiano la vita e trovano, a quanto pare, un potente antidepressivo.

Tu sei un artista o un farmacista della coscienza?

E dove finisce la cura e inizia l’arte?


LDL: Bellissima definizione farmacista della coscienza, io sono un’agente in seno all’agenzia, insieme agli altri agenti realizziamo quello che ci sembra necessario. Lo stesso vale per quello che viene trovato, le persone trovano quello di cui hanno bisogno, le vie sono impervie, invisibili, ma, una volta scoperte, dritte.Le definizioni che ci diamo sono utili a renderci comprensibili, io ero un agente e ora sono un farmacista, prima era arte e ora è una cura, potremmo divertirci ancora a trovarne di nuove e spero che lo faremo, ma il nome vero è solo uno.


Una partecipante racconta che, vivendo la vita di un’altra donna, ha scoperto di provare nostalgia per sé stessa.

È una delle frasi più potenti che abbia letto in un testo d’arte recente.

Ti chiedo: l’empatia può diventare un mezzo estetico, o è piuttosto la materia stessa dell’opera?


LDL: A questo link puoi leggere tutte le testimonianze di chi ha partecipato ad un viaggio https://www.thyself.agency/journal/

Puoi trovarci molte considerazioni in grado di turbarti, ammaliarti, convincerti e disgustarti.L’empatia esiste solo tra individui, ma se l’individualità fosse una superstizione?Ti propongo un nuovo modo di guardare alle opere, non più fatto di contemplazione ed empatia, ma di esperienza vissuta, di immersione e fusione intima, se conosci qualcosa sei quella cosa, come una goccia che diventa oceano.



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Nel tuo linguaggio visivo — sito, testi, dispositivi — domina un viola ipnotico, un colore che sembra appartenere più a un sogno che a una marca.È un codice rituale, una vibrazione o un campo energetico?Che ruolo gioca la sinestesia nel tuo metodo?


LDL: Il metodo è fatto solo di esperienza diretta, dove chi partecipa affronta fisicamente un’idea, mentendo ad uno dei tre elementi che stanno alla base della nostra vita materiale. Il primo esercizio manipola l’identità, il secondo la percezione del tempo e il terzo la percezione dello spazio.Thyself Agency genera il contesto e di conseguenza il terreno interiore adatto alla discesa in campo del partecipante, che deve agire la reale scoperta.Quando il mio caro amico Gianandrea Poletta ha fatto il sito dell’agenzia www.thyself.agency lo ha fatto tutto viola.

Il colore di questo terreno è il viola.


Tu parli spesso di “esercizi”, di “metodi”, di “agenti”.

Sembra un’agenzia segreta o un monastero contemporaneo.

Ma chi è davvero l’artista oggi: colui che inventa l’esperienza o chi la vive al posto suo?


LDL: È la vita ad esserlo. Nella misura in cui sono vere le idee appartengono alla verità, tutti quelli chiamati artisti o geni, sono dei ricettori sensibili, ma non possiedono nulla.Oggi neanche più il nome.Dobbiamo assolutamente riscoprirlo. La conoscenza del nome è la via di ogni artista.


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Guardando il tuo percorso — da Monza a Beirut, da Brera a Thyself Agency — si percepisce una costante: l’arte come pratica di trasformazione del reale.Cosa stai cercando oggi, Luca?Una nuova forma di comunità, una nuova idea di tempo, o semplicemente un modo diverso di dire “io”?


Cerco sempre e solo verità, la verità è l’unica cura.



Di Vertigini Studio

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UN’INTERVISTA IMMAGINARIA FIRMATA VERTIGINI STUDIO

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